Contributi

LA BATTAGLIA DI CARRE
VITE PARALLELE di Plutarco (n. 46, m. 125/130 d.C.)

Einaudi, 1958, traduzione di Carlo Carena

Vita di Crasso, estratti dalle pag. 584-584-586 relativi alla battaglia di Carre, 6 giugno del 53 a.C.

24..............quando (i Parti)..... si resero conto che la formazione (romana) nemica era profonda, (che) gli scudi si affiancavano l’uno all’altro e (che) gli uomini si sostenevano incrollabilmente, ripiegarono e fecero mostra di sciogliere e disperdere le file, mentre invece, senza dar nell’occhio, avvolgevano completamente il quadrilatero dei romani. Crasso ordinò la carica delle truppe leggere, ma esse non poterono avanzare molto perché furono subito accolte da una nutrita scarica di frecce e costrette a ripiegare, per proteggersi, tra gli opliti. La manovra provocò un inizio di disordine e panico tra questi ultimi, poiché videro le frecce scoccate con un vigore tale da perforare le armi e penetrare indistintamente qualsiasi involucro, fosse duro o molle.

I Parti, distanziati, cominciarono a bersagliare con gli archi i Romani da lontano e da tutte le direzioni simultaneamente, senza dare al tiro un bersaglio preciso: la formazione (romana) nemica era tanto densa che neppure a volerlo si sarebbe potuto mandare il colpo a vuoto. I Parti avevano archi potenti e grandi, curvi in modo da scagliare il proiettile con impeto e i colpi sibilavano con violenza inaudita........................

25.........i Romani tennero duro, nella speranza che il flusso dei proiettili cessasse ed i nemici o desistessero dal combattere o venissero alle mani. Ma poi notarono presso le linee molti cammelli carichi di frecce, da cui i primi che li avevano accerchiati andavano a rifornirsi.....................

I Parti..........manovrando in modo da trarre (attirare) Publio il più lontano possibile dal padre, fecero fronte indietro e si diedero a fuggire....................Sulla loro scia si posero i cavalieri e i fanti non si lasciarono distanziare, tant’era la bramosia e la gioia suscitate dalla speranza che balenava improvvisamente ai loro occhi: poiché credevano di essere vittoriosi e di iniziare ora l’inseguimento.

Troppo tardi, quand’erano ormai molto avanti dai compagni, s’accorsero del tranello. I supposti fuggiaschi fecero fronte indietro; altri, in numero ancora maggiore, sopraggiunsero. I Romani....... pigiati in breve spazio, cadendo uno sull’altro, venivano bersagliati dal nemico e morivano in una lunga e penosa agonia. Punti dagli spasimi e dal dolore atroce si rotolavano per terra. Le frecce conficcate nelle membra si spezzavano dentro le ferite..................Quando Publio li incitò a lanciarsi sui catafratti Parti gli mostrarono le mani inchiodate agli scudi ed i piedi confitti al suolo da una freccia che li passava da parte a parte: ormai erano incapaci di fuggire come di difendersi.