Vita
di Crasso, estratti dalle pag. 584-584-586 relativi
alla battaglia di Carre, 6 giugno del 53 a.C.
24..............quando
(i Parti)..... si resero conto che la formazione (romana)
nemica era profonda, (che) gli scudi si affiancavano
luno allaltro e (che) gli uomini si sostenevano
incrollabilmente, ripiegarono e fecero mostra di sciogliere
e disperdere le file, mentre invece, senza dar nellocchio,
avvolgevano completamente il quadrilatero dei romani.
Crasso ordinò la carica delle truppe leggere,
ma esse non poterono avanzare molto perché
furono subito accolte da una nutrita scarica di frecce
e costrette a ripiegare, per proteggersi, tra gli
opliti. La manovra provocò un inizio di disordine
e panico tra questi ultimi, poiché videro le
frecce scoccate con un vigore tale da perforare le
armi e penetrare indistintamente qualsiasi involucro,
fosse duro o molle.
I
Parti, distanziati, cominciarono a bersagliare con
gli archi i Romani da lontano e da tutte le direzioni
simultaneamente, senza dare al tiro un bersaglio preciso:
la formazione (romana) nemica era tanto densa che
neppure a volerlo si sarebbe potuto mandare il colpo
a vuoto. I Parti avevano archi potenti e grandi, curvi
in modo da scagliare il proiettile con impeto e i
colpi sibilavano con violenza inaudita........................
25.........i
Romani tennero duro, nella speranza che il flusso
dei proiettili cessasse ed i nemici o desistessero
dal combattere o venissero alle mani. Ma poi notarono
presso le linee molti cammelli carichi di frecce,
da cui i primi che li avevano accerchiati andavano
a rifornirsi.....................
I
Parti..........manovrando in modo da trarre (attirare)
Publio il più lontano possibile dal padre,
fecero fronte indietro e si diedero a fuggire....................Sulla
loro scia si posero i cavalieri e i fanti non si lasciarono
distanziare, tantera la bramosia e la gioia
suscitate dalla speranza che balenava improvvisamente
ai loro occhi: poiché credevano di essere vittoriosi
e di iniziare ora linseguimento.
Troppo
tardi, quanderano ormai molto avanti dai compagni,
saccorsero del tranello. I supposti fuggiaschi
fecero fronte indietro; altri, in numero ancora maggiore,
sopraggiunsero. I Romani....... pigiati in breve spazio,
cadendo uno sullaltro, venivano bersagliati
dal nemico e morivano in una lunga e penosa agonia.
Punti dagli spasimi e dal dolore atroce si rotolavano
per terra. Le frecce conficcate nelle membra si spezzavano
dentro le ferite..................Quando Publio li
incitò a lanciarsi sui catafratti Parti gli
mostrarono le mani inchiodate agli scudi ed i piedi
confitti al suolo da una freccia che li passava da
parte a parte: ormai erano incapaci di fuggire come
di difendersi.