dal
1066 al 1337: NASCITA E PERFEZIONAMENTO TECNICO E TATTICO DEL
LONGBOW
I Gallesi sono maestri
nell'uso dell'arco lungo, ne fanno un uso continuo come arma
da guerra e per la caccia; i conquistatori Normanni continuano
ad usare i loro archi, più corti e meno potenti di quelli
gallesi ed iniziano ad arruolare arcieri come soldati di leva.
1100:
Enrico I emana un editto di depenalizzazione per chi uccide
esercitandosi al tiro con arco e frecce.
1175:
Enrico II conquista l'Irlanda utilizzando truppe anglo-normanne
che facevano largo uso di arcieri, guidate da Richard de Clare,
detto STRONGBOW (fortearco).
1182:
dal resoconto di Gerold il Gallese sull'assedio di Abergavenny
Castle: "Gli archi adoperati da questi gallesi...........sono
di olmo ontano e non sono stati lavorati o lucidati con cura.
Anzi all'opposto: sono rozzi e nodosi. Nonostante ciò,
sono robusti e resistenti e non solo sono in grado di scagliare
una freccia a lunghe distanze, ma anche di infliggere ferite
gravi da distanze ravvicinate."
1252:
Enrico III emana un editto nel quale si ordina ad ogni uomo
"libero" di procurarsi le armi adatte al suo
rango e ruolo, ed ai Commissari di Reclutamento fu chiesto di
procurare gli uomini che avrebbero prestato servizio nell'esercito
del re in cambio di una opportuna paga.
1277-1295:
EDOARDO I SOTTOMETTE IL GALLES
usando gli arcieri del Nottinghamshire e del Derbyshire (zone
nelle quali era nata la leggenda di Robin Hood) e sviluppando
l'impiego del longbow sia come arma tattica che di potenza individuale.
Inizia in questo periodo lo sviluppo tecnico e tattico del longbow
e degli arcieri, processo che si completerà solo dopo
50-60 anni. Viene dato inizio ad un sistema di reclutamento
molto efficiente ed umano che tiene in grande considerazione
e tratta bene l'arciere.
1296-1333:
SOTTOMISSIONE DELLA SCOZIA
1298
- Battaglia di Falkirk: prima, classica vittoria del longbow.
Edoardo I si scontra contro i seguaci del Partito Nazionale
Scozzese, sotto il comando di William Wallace. Gli inglesi schierano
2.500 cavalieri, 10.000 fanti e 3.000 arcieri; gli scozzesi
500 cavalieri, 4 schiltrouns (cerchie compatte di uomini
armati di lancia), arcieri tra gli schiltrouns ed un
piccolo gruppo di uomini a cavallo. Gli inglesi caricano, senza
successo. Vedendo che la cavalleria non poteva fare alcun progresso,
Edoardo fece intervenire gli arcieri gallesi con lanci di frecce
ai fianchi degli schiltrouns, indebolendoli, in modo
da consentire la carica, a questo punto vincente, della cavalleria.
1314
- Battaglia di Bannockburn: Edoardo II si scontra con l'esercito
di Robert Bruce. Gli scozzesi schierano dai 5.000 ai 10.000
uomini, gli inglesi 3.000 cavalieri, 20.000 fanti ed un numero
imprecisato di arcieri. Gli scozzesi riuscirono a disperdere
gli arcieri inglesi con una carica di 500 uomini a cavallo,
guidata da Robert Keith. Il terreno sul quale era schierato
l'esercito inglese si dimostrò troppo limitato per permettere
il dispiegamento completo degli armati. Senza la protezione
degli arcieri, la carica finale scozzese provocò la disfatta
completa dell'esercito inglese.
1332
- Battaglia di Dupplin: 500 cavalieri e 1.500 arcieri inglesi
si scontrano con 10.000 scozzesi.
1333
- Battaglia di Halidon Hill: Edoardo II (allora 21enne), elaborando
la tattica usata nella battaglia di Dupplin, si schierò
sul pendio di una collina con alle spalle la cima alberata e
fece scendere da cavallo le tre divisioni del suo esercito,
piazzando gli arcieri ai lati di ciascuna di queste in modo
da bersagliare gli attaccanti con tiri d'infilata. Cosa che
puntualmente avvenne quando gli scozzesi avanzarono attraverso
il terreno paludoso e poi salirono con difficoltà sulla
collina. Lo schieramento inglese a cuneo permetteva:
- di resistere e poi vincere
anche se in inferiorità numerica
- di utilizzare con agilità
il tiro degli arcieri poiché la copertura di tiro
era ampia (a semicerchio)
- di invitare all'attacco l'esercito
avversario da una posizione protetta e favorevole.
LA GUERRA
DEI 100 ANNI (1337-1453): TRIONFO DI ORGANIZZAZIONE, TATTICA
E TECNICA MILITARE INGLESE - IL LONGOW DIVIENE PROTAGONISTA
ASSOLUTO.
1337
- Battaglia di Cadsand: 500 armigeri e 2.000 arcieri inglesi
si scontrano con 5.000 francesi sulle dune della spiaggia; 3.000
francesi vengono abbattuti.
1340
- Scontro al porto di Sluys: 4.000 armigeri e 12.000 arcieri
inglesi sono protagonisti di una battaglia navale combattuta
con il longbow. Gli inglesi si impadroniscono, saltando di nave
in nave, di quasi tutta la flotta francese. Solo la quarta linea
delle navi francesi si salva fuggendo.
1346
- Battaglia di Crécy. Gli inglesi sono braccati dai francesi
in forte superiorità numerica. Gli inglesi disponevano
di 4.000 armigeri, 11.000 arcieri, 5.000 fanti (in totale 21.000
armati). I francesi potevano contare su 12.000 armigeri, 6.000
balestrieri, 20.000 fanti (in totale 38.000 armati). Gli inglesi
si schierarono sull'aperto pendio del fianco di una collina.
Ciascun battaglione era composto da un centro di cavalieri appiedati
ed armigeri e da due ali di arcieri. Quando i francesi tentavano
di avanzare per avvicinarsi si esponevano quindi al tiro corto
delle frecce, su entrambe i fianchi. In questa situazione, la
battaglia poteva avere un solo esito. Teniamo presente che occorrevano
90" per superare il pendio di 300 iarde che divideva i
francesi dagli inglesi; tirando 12 frecce al minuto alla distanza
di 240 iarde, 500 arcieri inglesi potevano tirare 7.500 frecce
prima di essere raggiunti dai nemici ogni arciere aveva un rifornimento
base di 100 frecce. Si calcola che vennero lanciate 1.100.000
frecce la pioggia che aveva preceduto la battaglia, aveva provocato
la formazione di fango sul terreno, creando difficoltà
di movimento ai francesi che attaccavano all'inizio della battaglia
il sole stava di fronte ai francesi ed alle spalle degli inglesi.
Vennero effettuate ben 16 distinte cariche allo schieramento
inglese ed il combattimento durò fin oltre il calare
del buio; nessun segno fu lasciato sulla linea inglese. A mezzanotte
l'esercito francese si era praticamente annientato da solo.
1542 nobili francesi caddero sul campo, solo 50 inglesi vennero
abbattuti. Questa battaglia provò il valore della potenza
di fuoco rappresentata dal longbow, rivelò le proprietà
difensive magiche della combinazione tattica di terreno, tiro
degli arcieri e stabilità fornita dai disciplinati alabardieri;
come il longbow era stato acquisito dalle guerre gallesi, così
la nuova combinazione tattica era stata imparata dalle guerre
scozzesi. I francesi invece, come vedremo, ben poco impararono
da questa disfatta.
1356
- Battaglia di Poitiers. Fu la seconda delle tre grandi vittorie
inglesi della Guerra dei Cento Anni, combattuta da Edoardo il
"Principe Nero" e da re Giovanni di Francia. 7.000
erano gli inglesi, 16.000 i francesi. Gli inglesi disponevano
di 2.500 arcieri, schierati come al solito a cuneo e ben protetti
da alte siepi davanti e terreno paludoso, carriaggi e trincee
ai lati, in una posizione difensiva con una piccola depressione
di fronte ed un bosco alle spalle. L'esercito francese attacca,
senza alcun tentativo di manovrare con astuzia, su un fronte
così stretto che il vantaggio numerico venne vanificato.
L'esercito francese venne disperso, il re e suo figlio Filippo
catturati. 2.500 furono i francesi uccisi.
1415
- Battaglia di Agincourt. All'alba del 25 ottobre Enrico V schierò
il suo piccolo esercito (1.000 armigeri, 6.000 arcieri e poche
migliaia di fanti). E' probabile che i consueti 3 battaglioni
venissero schierati in linea, ciascuno con i propri arcieri
ai fianchi e gli armigeri appiedati al centro; gli arcieri furono
schierati davanti ai battaglioni in formazione a cuneo sporgente,
quasi esattamente come a Crécy. I francesi erano in numero
almeno quattro volte superiore (sembra 30.000), ma costretti
a stare su un fronte stretto solo 1.100 iarde dalla natura del
terreno. I balestrieri (4.000) furono tenuti, come al solito,
nelle retrovie, dietro cavalieri ed armigeri. Tutti erano appiedati,
eccetto pochi cavalieri ed armigeri sui fianchi, destinati ad
andare alla carica degli arcieri inglesi. Questi, dopo aver
fissato i pali appuntiti che avevano lo scopo di respingere
gli attacchi della cavalleria, aprirono il combattimento con
nugoli di frecce. La cavalleria francese, indisciplinata e troppo
ottusa per aver assimilato la lezione di Crécy e di Poitiers,
fu colpita duramente. Montò a cavallo, divenendo così
ancor più facile bersaglio; in pochi minuti vennero disarcionati
o spinti indietro nel disordine. La seconda linea francese avanzò
e si ritrovò ingolfata nella mischia e nella confusione;
stessa sorte per la terza linea. Enrico V ordinò l'uccisione
dei numerosi prigionieri francesi perché aveva necessità
di uomini per fronteggiare l'ultimo attacco francese. Il massacro
cessò quando gli attaccanti si ritirarono. Il fango alto
e la pesantezza delle armature (sembra che casco e corazza di
Ferri de Loraine pesassero 40 chili) contribuirono alla disfatta
francese. Le perdite complessive degli inglesi furono 13 armigeri
e circa 100 fanti; quelle francesi 10.000 uomini uccisi (di
cui 5.000 di sangue nobile) e più di 1.000 prigionieri.
SCHEDA
SULL'ARCIERE NELL'ESERCITO INGLESE NELLA GUERRA DEI CENTO
ANNI
- Proveniva dai villaggi
e dai campi, non possedeva beni o ricchezze significative.
- A volte era un fuorilegge
od un lestofante perdonato.
- Non era un uomo stimato,
ma aveva abilità e forza, doti tipiche dell'abitante
delle campagne.
- Si trovava a sua agio nei
boschi, era abituato a gare e competizioni di tiro, diffuse
in tutti i villaggi.
- Nell'esercito era inquadrato
in truppe scelte, ben addestrare, efficienti. Erano ben
retribuiti, indossavano una comoda giacca allacciata alla
vita ed in testa portavano un elmetto di cuoio irrobustito
con due listelle di ferro incrociate.
- Nel 1347 l'esercito di
Edoardo III era così composto: 5.340 CAVALIERI -
26.963 FANTI - 20.076 ARCIERI di cui 4.025 a cavallo.Qualunque
fosse la grandezza dell'armata, gli arcieri erano sempre
presenti in un rapporto di almeno 2 a 1 fra le truppe d'assalto.
- Tirava a 300 iarde o più
con frecce leggere ed a 275 iarde con frecce pesanti ed
archi da combattimento dotati di libraggi notevoli.
ROGER ASCHAM
nel 1545 scrive:
"Gli uomini che tiravano con l'arco con maggior frequenza
e che lo sapevano meglio adoperare, non erano istruiti. Gli
uomini istruiti tiravano poco con l'arco e non ne sapevano
molto; di conseguenza pochi uomini erano in grado di scrivere
sull'argomento."
ROBERT
HARDY nel 1976 scrive:
"L'arco per sua natura è personale ed unico: prima
per via del legno, poi per via delle mani del suo costruttore
ed infine per via dell'arciere che lo utilizza."
Nella
Christ Church di Oxford
c'è una miniatura del 1326 che mostra un castello difeso
da due donne: una usa un'imponente balestra, l'altra un longbow
altrettanto imponente. La morale è la seguente: L'ALLENAMENTO
RENDE POSSIBILE QUASI TUTTO.
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI:
- AA.VV.: voci Agincourt, Archery,
Bannockburn, Bows and arrows, Crécy-en-Ponthieu, Dupplin,
Halidon Hill, Hastings, Poitiers, Towton dell' Encyclopaedia
Britannica - London -1961
- AA.VV.: voci Arciere, Arco,
Freccia dell' Enciclopedia Italiana (Treccani)-1932
- Barlett C. - Embleton G.: English
longbowman 1330-1515 - Reed Intern. Book Ltd - Osprey Military
- Warrior series II - London - 1995
- Cimarelli Aldo G.: Storia dell'arco
in "STORIA ILLUSTRATA" - A. Mondadori Editore -
Milano - n. 163, giu.'61
- Contamine C.: La guerra nel
medioevo -Il Mulino - Bologna - 1986
- Cuomo Franco: Gli ordini cavallereschi
- Newton Compton Editori S.r.l. - Roma - 1992
- Hansard G.A.: The Book of Archery
- Henry Bohn - York Str. Covent Garden - London - 1845
- Hardy Robert: Storia civile
e militare dei lunghi archi - Palutan Editrice - Varese -
1994
- Herrigel Eugen: Lo Zen e il
tiro con l'arco - Adelphi Edizioni S.p.A. - 1989
- Keegan John: La grande storia
della guerra - A. Mondadori - Milano - 1994
- McEwen Edward, Miller L. Robert
e Bergman A. Christopher: Evoluzione dell'arco e delle frecce
nella storia in "LE SCIENZE" - Le Scienze S.p.A.
- n. 276 - agosto 1991
- Norwich John Julius: I Normanni
nel sud 1016-1130 - Gruppo Ugo Mursia Editore S.p.A. - Milano
- 1971
- Norwich John Julius: Il regno
nel sole - I Normanni nel sud 1130-1194 - Gruppo U. Mursia
Editore - MI - 1972
- Oman Charles: History of the
Art of War in The Middle Age - Methuen & Co Ltd - London
- 1898
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