L'arco
nasce nella preistoria e muore, come arma da guerra,
alle fine del Medioevo, "ucciso" dallo sviluppo
delle armi da fuoco. Dal passato arrivano nel Medioevo
due diverse tipologie di arco e due tecniche di costruzione
(e di uso) dell'arco. Una tecnica è quella asiatica
(ARCO COMPOSITO) che sviluppa la capacità di
costruire l'arco utilizzando materiali diversi e componendo
l'arma con pezzi diversi, l'altra è la tecnica
europea che costruisce l'arco con un unico pezzo, con
un solo materiale ligneo.
L'ARCO
ASIATICO COMPOSITO:
Nelle
regioni asiatiche vediamo concretizzarsi il risultato
di un secolare studio tecnico sull'arco. Qui i costruttori
diventano creatori di attrezzi affidabili ed efficaci,
adatti alle esigenze tattiche ed alla praticità
d'uso degli arcieri. Sono costruttori e ricercatori
insieme, sperimentano l'abbinamento di materiali fino
a quel momento mai usati, studiano alla scuola della
necessità, diventano ingegneri, ridisegnano,
incastrano tra loro materiali poco elastici con altri
troppo elastici. Realizzano in questo modo l'arco
o composito, piccolo, potente, veloce nell'uso, usato
da arcieri cavalieri o di fanteria.
E'
questo un arco è corto e riflesso, composto
da legno, corno e tendine animale. E' l'arco mongolo
o turco medioevale. Ha una dimensione ridotta che
lo rende estremamente adatto all'uso a cavallo a causa
dello spazio e del tempo limitato necessario per tenderlo.
L'arciere
asiatico, fin dai primi anni di vita impara ad usare
l'arco. Con un piccolo attrezzo inizia la sua avventura
d'arciere; impara velocemente, impara ad usare archi
di potenza superiore alla media dei comuni arcieri.
Appena la sua abilità raggiunge un discreto
livello lo si abitua a scoccare frecce cavalcando.
Comincia dal dorso di capre e montoni, varia i bersagli
e cresce in abilità e forza col crescere dell'età
e della prestanza fisica sinché è pronto
per entrare nelle fila degli arcieri a cavallo più
terribili della storia. La tattica di guerra di questi
uomini era abbastanza semplice. Orde di arcieri a
cavallo attaccavano il nemico, colpendo molto rapidamente
e ritirandosi altrettanto velocemente. Il nemico rompeva
lo schema difensivo tenuto sino a quel momento per
riorganizzarsi e lanciarsi al contrattacco. A questo
punto gli arcieri tornavano velocemente sui loro passi,
riattaccavano il nemico senza schema difensivo ma
non ancora organizzato per l'attacco, e lo distruggevano
definitivamente.
EUROPA:
DAI CELTI (500 a.C.) AL 1000 d.C.
A
partire dal 500 a.C. e per circa 250 anni si diffonde
e mette radici in tutto il continente europeo una
popolazione che per parecchi secoli influenza usi,
modi di vita e di guerra della maggior parte delle
popolazioni europee. Grandi forgiatori ed abili armaioli,
diedero origine e svilupparono le tecniche della lavorazione
del ferro e diventarono maestri nella forgiatura di
spade, punte di lancia ed asce, le armi della loro
cultura e della loro tradizione. I Vichinghi, i Franchi,
i Visigoti, i Sassoni, i Normanni e le altre popolazioni
europee conservavano ed usavano le tecniche dei Celti,
mantenendo l'uso delle stesse armi. L'arco era si
presente ed usato, ma in modo secondario. Compariva
sporadicamente in battaglia, solo nelle fasi di avvicinamento
al nemico, o in caso di assedio. Tutti gli archi europei
nel primo millennio sono archi semplici, non particolarmente
potenti a causa dello scarso interesse nell'impiego
bellico; era un arco semplice, di solo legno, della
misura variabile da 160 a 170 cm. I normanni, all'inizio
del II° millennio, usano questo tipo di arco.
ARCO
E BALESTRA IN ITALIA
In
Italia vi era la presenza di entrambe le tipologie
d'arco: quello composito, arabo o bizantino, nell'Italia
del sud e nelle terre che si affacciano sull' Adriatico,
mentre nelle altre zone prevaleva l'arco ligneo di
un solo pezzo. Predominante, era la presenza della
balestra, utilizzata (e sviluppata nell'uso e nel
perfezionamento costruttivo) molto più dell'arco.
I motivi sono diversi; i principali sono la mancanza
di un esercito nazionale, di una tradizione e di una
promozione dell'uso dell'arma da parte dei governanti
e infine la predominanza di guerre d'assedio (dove
la balestra è molto più utilizzabile)
su battaglie campali. Spesso le due armi combattevano
insieme e i reparti di tiratori erano composti sia
da arcieri che da balestrieri. Ma erano questi ultimi
a prevalere numericamente.
dal
1066 al 1337: NASCITA E PERFEZIONAMENTO
TECNICO E TATTICO DEL LONGBOW (arco lungo)
I
Gallesi sono maestri nell'uso dell'arco lungo, ne
fanno un uso continuo come arma da guerra e per la
caccia; i conquistatori Normanni continuano ad usare
i loro archi, più corti e meno potenti di quelli
gallesi ed iniziano ad arruolare arcieri come soldati
di leva.
1100:
Enrico I emana un editto di depenalizzazione per chi
uccide esercitandosi al tiro con arco e frecce.
1175:
Enrico II conquista l'Irlanda utilizzando truppe anglo-normanne
che facevano largo uso di arcieri, guidate da Richard
de Clare, detto STRONGBOW (fortearco).
1182:
dal resoconto di Gerold il Gallese sull'assedio di
Abergavenny Castle: "Gli archi adoperati da questi
gallesi...........sono di olmo ontano e non sono stati
lavorati o lucidati con cura. Anzi all'opposto: sono
rozzi e nodosi. Nonostante ciò, sono robusti
e resistenti e non solo sono in grado di scagliare
una freccia a lunghe distanze, ma anche di infliggere
ferite gravi da distanze ravvicinate."
1252:
Enrico III emana un editto nel quale si ordina ad
ogni uomo "libero" di procurarsi le armi
adatte al suo rango e ruolo, ed ai Commissari di Reclutamento
fu chiesto di procurare gli uomini che avrebbero prestato
servizio nell'esercito del re in cambio di una opportuna
paga.
1277-1295:
EDOARDO I SOTTOMETTE IL GALLES usando gli arcieri
del Nottinghamshire e del Derbyshire (zone nelle quali
era nata la leggenda di Robin Hood) e sviluppando
l'impiego del longbow sia come arma tattica che di
potenza individuale. Inizia in questo periodo lo sviluppo
tecnico e tattico del longbow e degli arcieri, processo
che si completerà solo dopo 50-60 anni. Viene
dato inizio ad un sistema di reclutamento molto efficiente
ed umano che tiene in grande considerazione e tratta
bene l'arciere.
1296-1333:
SOTTOMISSIONE DELLA SCOZIA
1298
- Battaglia di Falkirk: prima, classica vittoria del
longbow. Edoardo I si scontra contro i seguaci del
Partito Nazionale Scozzese, sotto il comando di William
Wallace. Gli inglesi schierano 2.500 cavalieri, 10.000
fanti e 3.000 arcieri. Gli inglesi caricano, senza
successo. Vedendo che la cavalleria non poteva fare
alcun progresso, Edoardo fece intervenire gli arcieri
gallesi con lanci di frecce ai fianchi dei reparti
gallesi, indebolendoli, in modo da consentire la carica,
a questo punto vincente, della cavalleria.
1332
- Battaglia di Dupplin: 500 cavalieri e 1.500 arcieri
inglesi si scontrano con 10.000 scozzesi vincendoli.
1333
- Battaglia di Halidon Hill: Edoardo II (allora 21enne),
elaborando la tattica usata nella battaglia di Dupplin,
si schierò sul pendio di una collina con alle
spalle la cima alberata e fece scendere da cavallo
le tre divisioni del suo esercito, piazzando gli arcieri
ai lati di ciascuna di queste in modo da bersagliare
gli attaccanti con tiri d'infilata. Cosa che puntualmente
avvenne quando gli scozzesi avanzarono attraverso
il terreno paludoso e poi salirono con difficoltà
sulla collina.
LA
GUERRA DEI 100 ANNI (1337-1453): TRIONFO DI ORGANIZZAZIONE,
TATTICA E TECNICA MILITARE INGLESE - IL LONGOW DIVIENE
PROTAGONISTA ASSOLUTO.
1340
- Scontro al porto di Sluys: 4.000 armigeri e 12.000
arcieri inglesi sono protagonisti di una battaglia
navale combattuta con il longbow. Gli inglesi si impadroniscono,
saltando di nave in nave, di quasi tutta la flotta
francese. Solo la quarta linea delle navi francesi
si salva fuggendo.
1346
- Battaglia di Crécy. Gli inglesi sono braccati
dai francesi in forte superiorità numerica.
Gli inglesi disponevano di 4.000 armigeri, 11.000
arcieri, 5.000 fanti (in totale 21.000 armati). I
francesi potevano contare su 12.000 armigeri, 6.000
balestrieri, 20.000 fanti (in totale 38.000 armati).
Gli inglesi si schierarono sull'aperto pendio del
fianco di una collina. Ciascun battaglione era composto
da un centro di cavalieri appiedati ed armigeri e
da due ali di arcieri. Quando i francesi tentavano
di avanzare per avvicinarsi si esponevano quindi al
tiro corto delle frecce, su entrambe i fianchi. In
questa situazione, la battaglia poteva avere un solo
esito. Questa battaglia provò il valore della
potenza di fuoco rappresentata dal longbow, rivelò
le proprietà difensive magiche della combinazione
tattica di terreno, tiro degli arcieri e stabilità
fornita dai disciplinati alabardieri; come il longbow
era stato acquisito dalle guerre gallesi, così
la nuova combinazione tattica era stata imparata dalle
guerre scozzesi. I francesi invece, ben poco impararono
da questa disfatta.
1356
- Battaglia di Poitiers. Fu la seconda delle tre grandi
vittorie inglesi della Guerra dei Cento Anni, combattuta
da Edoardo il "Principe Nero" e da re Giovanni
di Francia. 7.000 erano gli inglesi, 16.000 i francesi.
Gli inglesi disponevano di 2.500 arcieri, schierati
come al solito a cuneo e ben protetti da alte siepi
davanti e terreno paludoso, carriaggi e trincee ai
lati, in una posizione difensiva con una piccola depressione
di fronte ed un bosco alle spalle. L'esercito francese
attacca, senza alcun tentativo di manovrare con astuzia,
su un fronte così stretto che il vantaggio
numerico venne vanificato. L'esercito francese venne
disperso, il re e suo figlio Filippo catturati. 2.500
furono i francesi uccisi.
1415
- Battaglia di Agincourt. All'alba del 25 ottobre
Enrico V schierò il suo piccolo esercito (1.000
armigeri, 6.000 arcieri e poche migliaia di fanti).
E' probabile che i consueti 3 battaglioni venissero
schierati in linea, ciascuno con i propri arcieri
ai fianchi e gli armigeri appiedati al centro; gli
arcieri furono schierati davanti ai battaglioni in
formazione a cuneo sporgente, quasi esattamente come
a Crécy. I francesi erano in numero almeno
quattro volte superiore (sembra 30.000), ma costretti
a stare su un fronte stretto solo 1.100 iarde dalla
natura del terreno.
La
cavalleria francese, indisciplinata e troppo ottusa
per aver assimilato la lezione di Crécy e di
Poitiers, fu colpita duramente. Montò a cavallo,
divenendo così ancor più facile bersaglio;
in pochi minuti vennero disarcionati o spinti indietro
nel disordine. La seconda linea francese avanzò
e si ritrovò ingolfata nella mischia e nella
confusione; stessa sorte per la terza linea. Le perdite
complessive degli inglesi furono 13 armigeri e circa
100 fanti; quelle francesi 10.000 uomini uccisi (di
cui 5.000 di sangue nobile) e più di 1.000
prigionieri.
L'arciere
rappresenta una delle figure chiave del Medioevo.
Ebbe diverso sviluppo e diversa importanza nei vari
paesi. Figura chiave in Inghilterra (lì nascono
le ballate di Robin Hood) e negli eserciti inglesi
fino alle Guerra delle Due Rose, protagonista delle
crociate (gli arcieri saraceni), sempre presente,
spesso con o contro i balestrieri sui campi di battaglia
e negli assedi, all'attacco o a difesa delle mura.
In Italia, le milizie comunali, Venezia, le Repubbliche
marinare, gli eserciti imperiali che cercano invano
di sottomettere i comuni ribelli, schierano l'artiglieria
leggera medievale, in grado di colpire da lontano,
disprezzata (ma temuta) dai cavalieri che amavano
guardare il nemico negli occhi.
L'armamento
dell'arciere medievale è poco costoso, essenziale;
questo armato fu però in grado di cambiare
l'esito delle battaglie o degli assedi, quando era
ben addestrato e dotato di un arco potente (cose difficili
da realizzare), e fu ben utilizzato.
Milano
2/11/2003