Contributi

THE CAVALRY CYCLE (IL CICLO DELLA CAVALLERIA)
ENCICLOPED. BRITANNICA - 1961

1. L'arciere a cavallo bizantino.

Dopo la caduta di Roma l'impero Bizantino, o dell'est, riuscì a sopravvivere corrompendo i barbari più spaventosi ed inducendoli a muovere all'occupazione dell'Italia. La tregua consentì a Costantinopoli di sviluppare, nel corso del regno di Giustiniano (527-565 d.C.), un sistema tattico della cavalleria che conseguì vittorie in tre continenti.

Questo sistema venne costruito intorno all'arciere a cavallo. L'invenzione della staffa nel corso del 6° secolo aveva fornito impulso alla guerra di cavalleria; lo storico Procopio aveva descritto la tattica dei mercenari a cavallo che Belisario condusse alle conquiste in Persia, Nord Africa ed Italia.

"Gli uomini a cavallo dei giorni nostri vanno in battaglia indossando corsaletti (corazze leggere) e forniti di gambali che arrivano fino alle ginocchia. Al fianco destro tengono le frecce, all'altro fianco la spada. Ad alcuni di loro viene assegnata una lancia e sulle spalle una sorta di piccolo scudo senza impugnatura, per proteggere la zona della faccia ed il collo. Sono cavallerizzi esperti e sono in grado, senza difficoltà, di dirigere i loro archi ad entrambe i lati mentre cavalcano a grande velocità, tirando all'avversario sia in fase di inseguimento che in fase di fuga. tendono la corda passando per la fronte fino all'orecchio destro, scagliando quindi la freccia con tale impeto da uccidere chiunque si trovo sul loro percorso; gli scudi, al pari dei corsaletti, non sono in grado di arrestare la loro potenza. Tuttavia vi sono alcuni che non tengono in considerazione nessuna di queste cose, che venerano ed adorano i tempi antichi e che non hanno fiducia nei moderni progressi." (Procopio, Opere, traduzione a cura di H.B. Dewing [Loeb Classical Library], vol. i, p. 7, Harvard University Press, Cambridge, Mass., 1914.)

Belisario, sbarcando nell' Africa del Nord con 15.000 uomini, ebbe facilmente ragione dei Vandali che avevano fondato un regno della zona dell'antica Cartagine. Quando sconfisse gli Ostrogoti in Italia e prese Roma, venne inviato un altro re come prigioniero per raggiungere il sovrano vandalo imprigionato a Costantinopoli. Per un certo periodo di tempo sembrò che i generali di Giustiniano stavano quasi per ripristinare l'antica grandezza di Roma. Ma le conquiste vennero presto perse da un impero orientale esposto agli attacchi di Slavi, Avari, Bulgari, Persiano, Saraceni, Franchi, Russi e Turchi nel corso di cinque secoli di stato di guerra continuo.

2. Il sistema tattico bizantino.

La tattica bizantina era eminentemente pratica, non essendo conosciuto, in un impero che combatteva costantemente per la sua esistenza, lo spirito cavalleresco. Greco sia nella lingua che nella tradizione, Costantinopoli ridusse la guerra ad una scienza, con una serie di trattati e manuali. La Tactica dell'Imperatore Leo il Saggio, scritto intorno al 900, raccomanda che le operazioni belliche devono essere diversificate per trarre vantaggio da qualsiasi debolezza manifestata dal nemico. L'inganno e le finte ritirate venivano tranquillamente suggerite. Gli imperatori romani orientali non consideravano una disgrazia pagare un tributo, nel caso in cui il nemico potesse essere corrotto ad un prezzo minore che non essere sconfitto.

Poiché la maggior parte dei nemici di Costantinopoli combattevano a cavallo, il sistema tattico dette importanza alla cavalleria pesante, sia sugli arcieri che sui lancieri. Ma anche se la fanteria era considerata come un'arma secondaria, era ben addestrata e combinata tatticamente con le truppe a cavallo, in proporzioni adatte alle necessità tattiche. Gli squadroni di cavalleria leggera venivano impiagati per ricognizione e pattugliamento.

Gli eserciti bizantini si trovavano tra l'ovest e gli invasori asiatici nel periodo in cui l'Europa impoverita degli anni bui sarebbe probabilmente stata invasa. Carlo Martello ed i Franchi ebbero difficoltà a respingere sul campo di battaglia di Tours nel 732 una sola incursione di saccheggio effettuata su larga scala dai Mori. Tuttavia Costantinopoli mantenne le sue posizioni in una guerra durata 83 anni con i saraceni quando l'Islam era al culmine del suo impeto conquistatore.

All'inizio i fieri mussulmani erano guerrieri a cavallo ed usavano per lo più la stessa tattica dei Parti e degli Sciti. Dove differivano dagli altri cavalieri delle pianure era nell'abilità di imparare dai loro nemici. Dopo l'esperienza appresa dal bisogno i Saraceni organizzarono una propria cavalleria pesante ed adottarono molte delle tattiche dei romani orientali.

Più sorprendente di tutto, questi antichi abitanti dei deserti, presero il mare e costruirono navi grandi abbastanza da lanciare due grandi invasioni dalla terra e dal mare che vennero respinte al di fuori delle mura di Costantinopoli. Solo quell'arma segreta bizantina nota come fuoco greco salvò la città imperiale nel 673.

3. La tattica dei Franchi.

Fu una fortuna per l'Europa il fatto che le venne evitata una dura prova, poiché fino all' 8° secolo i Franchi erano in grado di arruolare solo masse di uomini non addestrati e per lo più senza armatura e che usavano una tattica molto primitiva. Anche dopo che Carlo Magno introdusse energiche riforme militari, non era in grado, prima dell'ultimo editto del suo lungo regno (771-814) di vietare che gli uomini si presentassero a prestare servizio quando erano armati solo con una mazza.

La scarsa considerazione nella quale erano tenuti i Franchi dai guerrieri esperti è evidente dalla Tactica di Leo. Ammettendo che la carica a capofitto di Franchi a cavallo armati di lancia e sciabola poteva essere spaventosa, consiglia: "è meglio evitare di impegnare battaglia con questi finché non avete tutte le probabilità a vostro favore. Dovreste trar vantaggio dalla loro indisciplina e dal loro disordine; sia che combattano a piedi che a cavallo, caricano in una massa compatta e lenta che non è in grado di manovrare poiché non hanno ne organizzazione né esercizio......Per cui precipitano senza difficoltà nel disordine se vengono attaccati improvvisamente frontalmente e da dietro - una cosa facile da realizzare poiché i Franchi totalmente noncuranti e trascurano l'uso delle sentinelle e delle vedette." C.M.C. Oman, A History of the Art of War in the Middle Ages, vol. ii, p. 204. Methuen & Co., Ltd., Londra, 1924.).

Carlo Magno fece una sforzo incessante per costruire un esercito disciplinato di cavalleria ricoperta di maglia di ferro fuori dall'armata Franca dei fanti senza armatura. La proprietà della terra divenne la base dell'obbligo militare. Ai proprietari di grandi estensioni di terra venne ordinato di inviare un guerriero a cavallo equipaggiato con una cotta di maglia di ferro, mentre i proprietari di aree più piccole dovevano per lo meno contribuire ad armare un uomo con lancia e scudo. Così ebbe inizio il sistema feudale che doveva dar forma al modo di far la guerra in Europa per numerosi secoli a venire.

Nonostante le riforme dell'imperatore, l'Europa fu per lungo tempo impotente contro le scorrerie ed i saccheggi dei Vichinghi. Sia i Greci che i Romani avevano fatto assegnamento sulla fanteria di marina addestrata al servizio di bordo ed al combattimento con sbarco anfibio e Costantinopoli aveva continuato la tradizione. I Norvegesi a loro volta erano insuperabili come guerrieri anfibi. Le loro navi a ponte singolo con prue intagliate e spalti con gli scudi attaccati erano veloci ed adatte a tenere il mare, e l'esperienza aveva loro insegnato l'efficace tattica di impadronirsi di una testa di sbarco dopo aver risalito fiumi come la Loira o la Mosa.

I Vichinghi erano formidabili combattenti con l'ascia e la spada e le loro incursioni divennero così audaci nel corso della seconda metà del 9° secolo che arrivarono a saccheggiare Londra e cingere d'assedio Parigi.

Non vi era tempo per radunare grandi forze armate da lontano contro queste flotte di predoni. Ogni distretto doveva difendersi da solo e il sistema feudale germogliò come servizio militare europeo pagato dal signore locale sulle quali faceva affidamento per la sua protezione. La tattica della cavalleria ebbe un altro impulso poiché solo gli uomini a cavallo ricoperti di maglia di ferro erano in grado di tener testa ai Norvegesi. Il progresso sociale di un periodo raramente fu così ampiamente regolato da fattori tattici.

4. Il declino della fanteria.

Nel 1066, nella battaglia di Hastings, l'ultimo esercito di fanti dell'Europa occidentale andò incontro alla sconfitta in Inghilterra davanti ai discendenti dei Norvegesi che si erano stabiliti in Francia ed avevano imparato a combattere a cavallo. Gli armigeri coperti di armatura ed a cavallo erano diventati praticamente l'unità tattica di combattimenti semplici che avevano come primo obiettivo la cattura degli avversari per richiederne il riscatto. I servi che combattevano a piedi erano tenuti in così misera stima che non si teneva conto del loro numero e delle loro perdite.

Ad esclusione di pochi balestrieri, gli eserciti europei che parteciparono alle crociate non avevano una fanterie degna di questo nome. Una situazione simile prevaleva in Asia, dove i Mongoli guidati da Gengis Khan costruirono un formidabile sistema basato sulla cavalleria.

L'arco, la lancia e la scimitarra erano le armi dei fieri uomini a cavallo che usavano due tipi di arco e tre "calibri" di frecce per diverse finalità tattiche.

La Grande Muraglia Cinese, colle sue 1.500 miglia di mattoni di terra o granito, provò che non vi fosse un serio ostacolo agli invasori che si muovevano rapidamente come una pestilenza dallo Yangtze alla Vistola nel corso del 13° secolo senza incorrere in una sola importante sconfitta. E' oggetto di e speculazione il fatto che i conquistatori avrebbero potuto continuare a conseguire vittorie tra le montagne e nelle foreste dell'Europa occidentale poiché questi ritornarono in Asia dopo aver sconfitto gli uomini a cavallo feudali Ungheresi e Polacchi.

5. Le tattiche medioevali in Europa.

In contrasto con la supremazia dell'offensiva in Asia, la tattica difensiva potentissima nell'Europa medioevale. La fortificazione concentrica aumentava le difficoltà degli assedianti costringendoli ad attaccare mura dopo mura così come le difese esterne e le fortificazioni, mentre la balestra muniva la guarnigione dei mezzi per colpire d'infilata da torrioni circolari.

Intanto, il passaggio graduale dall'armatura di maglia all'armatura a piastre fece sì che i cavalieri divenissero con il loro destriero bardato, maggiormente invulnerabili per le armi del periodo (vedi la voce ARMI ED ARMATURA).

Le difficoltà di comunicazione nell'Europa Medioevale furono un deterrente alle manovre militari anche se le indisciplinate forze armate del 13° secolo fossero state abbastanza disciplinate da tentarle. Raramente era possibile costringere alla battaglia un avversario riluttante ed i metodi di approvvigionamento erano così primitivi che un esercito spesso doveva abbandonare a metà una campagna dopo aver consumato una spoglia provincia.

Che la superiorità tattica dei cavalieri dovesse gran parte del suo monopolio alla prerogativa di portare le armi venne dimostrata dai disprezzati cittadini Fiamminghi nella battaglia di Courtrai nel 1302. Gli armigeri francesi, reprimendo una rivolta, lanciarono la loro solita tonante carica finendo con l'impantanarsi nella confusione raggiungendo il terreno acquitrinoso che non si erano preoccupati di perlustrare.

La fanteria fiamminga disarcionò i cavalieri con le mazze e li mandò all'altro mondo mentre giacevano indifesi nel fango, troppo gravati dall'armatura per potersi difendere. Questa fu una spiacevole conclusione per una battaglia medioevale che era stata iniziata per ottenere riscatti.

6. Longbow e alabarda.

L'uso della polvere da sparo nel 13° secolo rese inevitabile che la supremazia dell'uomo vestito di ferro nella sua casa di pietra non potesse essere mantenuta a lungo. Ma le prime armi da fuoco portatili non erano efficaci quanto la balestra o il longbow inglese ed effettivamente fu la nascita di forze armate disciplinate formate da agricoltori inglesi che usavano tattiche da fanteria che ristabilì l'equilibrio tra la tattica offensiva e quella difensiva nell'Europa medioevale.

Sebbene fossero presenti sul campo di battaglia di Crécy, nel 1346, alcune armi che utilizzavano polvere da sparo, il risultato si dovette per lo più alla disciplina ed alla tattica di un esercito inglese nel quale ogni uomo riceveva una paga definita e regolare. Infatti quello che Edoardo III guidò in Francia era veramente un esercito nazionale ed i cavalieri francesi sarebbero probabilmente stati sconfitti anche se gli invasori fossero stati armati con un arma meno efficace del longbow lungo 6 piedi. La sua superiorità sulla balestra dei mercenari genovesi fu dimostrata in uno scambio preliminare di frecce. Edoardo aveva piazzato i suoi armigeri smontati al centro come alabardieri e su entrambe i fianchi sporgenti stavano gli arcieri protetti da leggere armature e dietro fossati e pali appuntiti. Riversavano mortali nugoli di frecce sul fronte e sui fianchi dei cavalieri francesi che avanzavano; vennero respinte ben 16 successive cariche, con gravi perdite da parte dei francesi.

Intanto un altro sistema tattico usato dalla fanteria stava conseguendo vittorie nell'Europa centrale a spese dei cavalieri austriaci. I cittadini ed i contadini svizzeri che combattevano per le loro libertà facevano affidamento su una falange medioevale composta da lancieri e guerrieri armati con l'alabarda, una lancia lunga 8 piedi che aveva la lama di un'ascia, la punta di una lancia ed un gancio per disarcionare un uomo a cavallo.

La falange svizzera del 15° secolo era composta per i tre quinti da alabarde, un quinto da lance e un quinto da armi da lancio, balestre principalmente con armi da fuoco portatili che lentamente prendevano il sopravvento. Per aumentare la loro la mobilità gli uomini dei cantoni si liberarono di tutta l'armatura escluse l'elmo e la corazza. Marciando per 30 miglia al giorno per andare incontro al nemico attaccavano con una velocità ed una disciplina che sconvolgevano i piani e le idee agli avversari medioevali. Se venivano messi sotto pressione gli svizzeri "formavano il porcospino" rivolgendo le picche verso l'esterno in tutte le direzioni e gli uomini delle seconde file riempivano ogni breccia che si formava nella prima linea.